La Hyundai Commission: Mire Lee: Open Wound, inaugurata nella celebre Turbine Hall della Tate Modern, trasforma uno spazio simbolo dell’arte contemporanea in un’opera viva e pulsante, sospesa tra il grottesco e il sublime. L’artista sudcoreana Mire Lee, al suo primo grande debutto nel Regno Unito, crea un’installazione su vasta scala che reinterpreta l’architettura industriale della Turbine Hall come un corpo inquietante e frammentato, una fabbrica organica e bizzarra che riflette sull’incertezza del presente e sul declino delle nostre strutture sociali.
L’installazione, parte della nona edizione della Hyundai Commission, rappresenta un punto di incontro tra la rigidità meccanica e la morbidezza organica, tra passato e presente. Mire Lee, con il suo stile unico, fonde materiali industriali e forme biologiche, creando un mondo in cui convivono macchine e corpi in un processo di decadenza e rigenerazione. Le sue opere sono più di semplici sculture: sono “pelli”, membrane tessili sospese da catene metalliche che evocano il ciclo continuo di creazione e dissoluzione.
Uno degli elementi centrali dell’installazione è una turbina industriale lunga sette metri, simbolo del passato della Tate Modern come centrale elettrica. Riconvertita e riattivata per l’opera di Lee, la turbina diventa una metafora del ciclo vitale umano. Con un lento movimento meccanico, pompa un liquido viscoso attraverso tubi sospesi, simili a vene, che alimentano un processo di creazione continua di nuove “pelli”. Queste sculture, appese a catene che ricordano i sistemi di carrucole usati dai minatori, raccontano di vulnerabilità, cura e rinascita, portando lo spettatore a riflettere sui confini tra corpo umano e macchina.
Open Wound esplora la dualità tra rigenerazione e decadenza, creando una tensione tra il bello e il grottesco, una costante nella pratica artistica di Mire Lee. La lentezza del movimento della turbina, il suono del liquido che scorre e il tocco viscerale dei materiali stimolano nel pubblico un’intensa reazione fisica ed emotiva. Ogni nuova “pelle” creata e appesa al soffitto rappresenta un ciclo di perdita, una traccia che l’edificio, simbolicamente, non potrà più recuperare.
La materialità gioca un ruolo centrale nella narrazione di Lee. Attraverso l’uso di reti da costruzione, tondini d’acciaio e silicone, l’artista invita gli spettatori a toccare con mano le nostre paure e speranze più profonde, offrendo una riflessione sul nostro presente, un’era segnata da vulnerabilità e precarietà. L’installazione non si limita a riempire lo spazio: lo anima, rendendolo un organismo in continua trasformazione, dove la dimensione umana e quella industriale si incontrano, si scontrano e si fondono.
La Hyundai Commission: Mire Lee: Open Wound non è solo un’opera d’arte, ma un’esperienza sensoriale totale. L’installazione evoca emozioni contrastanti – empatia, malinconia, stupore, disgusto – e invita lo spettatore a confrontarsi con la fragilità della condizione umana e con l’incertezza di un futuro in costante evoluzione. In un mondo che sembra sul punto di sgretolarsi, l’opera di Mire Lee ci ricorda quanto sia urgente coltivare il contatto umano, la cura e la capacità di adattamento.
Questa nuova installazione rappresenta un altro passo fondamentale nella collaborazione tra Hyundai e la Tate Modern, che da anni permette a importanti artisti internazionali di dare vita a opere site-specific di grande impatto. Open Wound è destinata a lasciare un segno profondo nell’immaginario dei visitatori, rinnovando il legame tra arte, storia e architettura, e ponendo nuove domande sulla nostra relazione con il mondo che ci circonda.
