Zlatan Ibrahimović è già una leggenda. È il primo calciatore ad aver giocato con sette squadre in Champions League, campione ovunque abbia giocato, dall’Ajax al Psg, passando per Juventus, Inter, Barcellona e Milan, ha raggiunto la fama mondiale non solo grazie al formidabile talento sul campo di calcio, ma anche per l’inconfondibile carisma, l’esuberanza e la sicurezza che lo contraddistinguono.
All’età di 40 anni è ancora un fuoriclasse ed è tornato a giocare con la sua nazionale, la Svezia, dopo un’assenza di quattro anni.
Le sue frasi a effetto sono diventate citazioni del mondo del calcio e non solo: “dovete sapere che io ho una filosofia. Me ne frego di quello che pensa la gente e non sono mai stato a mio agio fra i tipi perbenino. Perché ricordate: si può togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo”.
“Ibrahimovic – dichiara Andrea Occhipinti – è molto più che un calciatore: è un leader puro, un’icona leggendaria, un modo di essere che appartiene soltanto a lui e che non è replicabile. Il racconto di questo mito contemporaneo che in Italia ha trovato la sua più alta consacrazione, non poteva che diventare una grande storia per il cinema”.
Il film, scritto da Jakob Beckman e David Lagercrantz, tratto dell’autobiografia “Io, Ibra” che David Lagercrantz ha scritto insieme allo stesso Ibrahimović tradotta in più di 30 lingue e edita in Italia da Rizzoli, è diretto da Jens Sjogren.
Ad interpretare il futuro attaccante due attori: Dominic Bajraktari Andersson (11-13 anni) e Granit Rushiti (17-23 anni). Ibrahimović è stato coinvolto nel progetto e ha fornito consulenza in ogni fase del processo di scrittura della sceneggiatura.