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Volvo presenta E.V.A: un progetto di condivisione per un futuro più sicuro

“Le auto sono guidate dalle persone. Il principio alla base di tutto ciò che facciamo in Volvo pertanto è, e deve rimanere, la sicurezza.” Parola di Gustaf Larsson fondatore, insieme ad Assar Gabrielsson, di Volvo Cars.  Non meraviglia, pertanto, che da sempre Volvo si è dimostrata essere uno dei costruttori che più hanno investito, in termini di ricerca e sviluppo, per la sicurezza delle proprie vetture.

A mettere il punto esclamativo su questa “mission” interviene il progetto E.V.A (acronimo di Equal Vehicle for All), con il quale Volvo Cars intende condividere, con tutti gli altri Costruttori, le proprie conoscenze maturate in 40 anni di ricerca nell’ambito della sicurezza attraverso una “biblioteca” digitale accessibile al fine di rendere tutte le auto più sicure. Alla base di E.V.A, presentato al Volvo Studio a Milano, lo stesso senso civico che guidò le scelte di Volvo 60 anni fa, quando non brevettò le cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio e, una volta verificatane l’efficacia, le mise a disposizione di tutti i costruttori automobilistici. Grazie a questo dispositivo, si calcola che da allora siano state salvate oltre un milione di vite umane.

“La Sicurezza è da sempre il principio che guida le azioni di Volvo,” ha dichiarato Michele Crisci, Presidente Volvo Car Italia, che ha aggiunto: “Da questa tradizione viene il progetto di condivisione a favore della sicurezza di tutti di cui siamo oggi protagonisti. Ma non basta: riteniamo che un costruttore automobilistico abbia il dovere di occuparsi di tutti i fattori che influiscono sulla sicurezza del traffico, compresi i comportamenti umani. Abbiamo fatto proposte che fanno e faranno discutere, l’importante è portare l’attenzione e il dibattito su questi temi. Ci si chiede se un costruttore debba o meno lasciare il veicolo prendere il controllo in certe situazioni di guida; di fatto, accade già da tempo. Ad esempio, nel caso di Volvo, con la frenata automatica del City Safety, che in caso di distrazione di chi guida evita l’impatto. Il principio è lo stesso, la tecnologia annunciata non fa che espandere quanto già applicato, e solo in caso di necessità”.

Il nome del progetto, E.V.A, è non solo l’acronimo sopra descritto ma richiama il nome femminile per antonomasia. Questo perchè è visualizzato attraverso immagini virtuali di corpi femminili sottoposti a impatti mettendo in evidenza la fondamentale ineguaglianza nello sviluppo dei sistemi di sicurezza per le auto; le donne sono infatti esposte a rischi maggiori di subire lesioni in caso di incidente. Ben consapevoli di questo, i tecnici Volvo hanno sviluppato i dispositivi di sicurezza delle auto Volvo con l’obiettivo di proteggere con la stessa efficacia tutte le persone, indipendentemente dal sesso, dall’altezza, dalla corporatura o dal peso, non limitandosi dunque alla “persona media” rappresentata dai manichini utilizzati per le prove d’impatto.

All’incontro si è parlato anche di futuro e di quali soluzioni la Casa svedese intende attuare per affrontare il tema legato alla sicurezza. Ecco quindi la Vision 2020 che ha come obiettivo il raggiungimento della “quota zero” alla voce mortalità per incidente a bordo di una  Volvo. In sostanza, tutte le Volvo saranno equipaggiate con nuovi sistemi di sicurezza: il limitatore della velocità massima delle proprie auto a 180 Km/h; la possibilità di limitare automaticamente la velocità nei pressi di scuole e ospedali abbinando un dispositivo di controllo della velocità intelligente alla tecnologia di geofencing; la possibilità di determinare di volta in volta la velocità massima dell’auto in caso di sharing attraverso la Care Key; il monitoraggio della guida attraverso telecamere e intervento in automatico del veicolo in caso di pericolo per contrastare gli effetti della distrazione o della guida in stato di alterazione psicofisica.

In quanto leader mondiale nell’ambito della sicurezza automobilistica, Volvo Cars intende, insomma, avviare un dibattito e inviare un segnale forte al mondo e a tutti i Costruttori puntando sul concetto di condivisione e del senso di responsabilità dal quale non si deve sottrarre chi costruisce auto anche quando si parla di migliorare la sicurezza del traffico concentrandosi sui comportamenti pericolosi di chi si siede alla guida di un’auto.

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